Intimità e Senso Corporeo
Intimità e senso corporeo includono diversi aspetti, in senso fisico, mentale, emotivo e, volendo anche spirituale. Se in generale ci riferiamo all’intimità come vicinanza, fisica e/o emotiva, fra due esseri umani, in questo articolo con il termine intimità e senso corporeo desidero indagare il nostro mondo interiore, ciò che sentiamo e viviamo attraverso il corpo, partendo da una prospettiva interiore, intima, vicina a noi.
Cosa accade alla nostra intimità e al nostro senso-corporeo quando per esempio viviamo un evento che segna profondamente noi stessi?
Gli eventi possono condizionare e rimettere in discussione la relazione che abbiamo con il nostro sentire profondo, come cambia la relazione con quel nostro intimo sentire il corpo?
Accadono eventi, fisici e/o emotivi, che segnano profondamente la nostra intimità, che definiscono un confine oltre al quale emerge una nuova dimensione del sentire, del percepire, e del come ci relazioniamo, con noi stessi e con gli altri. Eventi che segnano nel corpo un’alterazione così profonda da temere di non poter più agire nello spazio con la stessa qualità, autonomia e libertà di prima. Cambia il nostro stato fisico, l’organizzazione della propria struttura, percepiamo nel corpo inibizioni e limitazioni che rispondono a compensazioni dovute all’evento stesso in risposta ad un sentire che inevitabilmente cambia. Traumi fisici, protesi, neoplasie, ad esempio, incidono sulla nostra struttura intima e di conseguenza sulla nostra organizzazione corporea nello spazio, nelle nostre relazioni intime ed interiori e di conseguenza anche su come la nostra struttura si organizza nelle dinamiche e nelle relazioni con il mondo esterno.
Trascorriamo la nostra vita con l’altro, questo è inevitabile. Parte della nostra esistenza la passiamo fisicamente dentro al corpo di nostra madre, e una volta venuti al mondo (anche prima) iniziamo a costruire la nostra dimensione relazionale, tra noi e lo spazio, tra noi e gli altri. Sviluppiamo specifici schemi organizzativi funzionali e strutturali del nostro corpo e di conseguenza costruiamo la nostra intimità, l’immagine e il nostro senso corporeo. Questi schemi organizzativi vengono continuamente e reciprocamente influenzati dagli eventi che affrontiamo.
Serve ricordare che il corpo è un insieme unico, organizzato al fine di poterci consentire di vivere nel migliore dei modi, nonostante in occidente sia prevalsa la visione platonica, che ha scisso il corpo in due entità (mente e corpo). Oggi sappiamo che questa scissione non esiste, siamo un tutto connessi al tutto, possiamo percepirci come unità e restare connessi sia con il nostro sentire più profondo, sia con il restante mondo vivente, gli altri, il pianeta, l’universo. Tutto è connesso e in risonanza influendo e partecipando alla costruzione dell’immagine e del senso corporeo.
Quando un evento segna profondamente la persona, ne risente tutto l’insieme corpo e di conseguenza la nostra intimità, senso corporeo, immagine corporea, creando un “disordine” strutturale. Nascono così compensazioni che insieme alle nostre abitudini, alle nostre azioni, alle nostre esperienze influenzano l’elaborazione e la qualità del nostro stato percettivo e sensoriale, da come sentiamo la nostra struttura, a come occupiamo lo spazio intorno a noi, come eseguiamo i gesti, e questi ultimi sono il prolungamento del nostro mondo interiore verso l’esterno, esplorando così lo spazio introno a noi sulla base di come la nostra struttura si è organizzata. A seguito di un evento che limita la nostra attività esploratrice e indagatrice (un trauma fisico o emotivo, una neoplasia, uno shock) nel relazionarci con il mondo esterno possono verificarsi una serie di reazioni, compensazioni, quali ad esempio inibizioni, filtri, limitazioni o posture non funzionali. Ne risente il potenziale d’azione dei movimenti nello spazio, il nostro abitare il proprio corpo viene alterato e così viene influenzata anche la postura che assumiamo, e infine la qualità stessa della nostra presenza. La nostra intimità viene quindi messa in discussione e così la nostra immagine e senso corporeo.
Si inibiscono movimenti, si limitano le azioni, si creano resistenze profonde e tensioni croniche. Necessita riconnettere il corpo con le proprie risorse native, come un bambino libero senza condizionamenti. Un bimbo non distingue una gamba dal resto del corpo, è gamba e corpo allo stesso tempo, non differenzia le parti, è un tutt’uno e si percepisce come tale. Crescendo, vengono apprese una serie di convenzioni e si ricevono nozioni dualistiche. Iniziamo così un processo di scissione costante di quelle parti di un tutto, perdendo lentamente la nostra intima dimensione di unicità. Inizia così una lenta e costante azione di amnesia senso-motoria di un tutto che lentamente non sentiamo e percepiamo più come legato al resto del corpo. Un piccola provocazione per cambiare punto di vista, ad esempio sono frequenti espressioni del tipo, “mi fa male la schiena”. Chi fa male a chi? Mi faccio io male alla schiena? Cosa fa male? Ho male io o la schiena? Fa male una parte di me? Dove inizia la schiena e dove finisce è stato deciso in termini anatomici e convenzionali, ma oggi sappiamo dall’embriologia, dall’ontogenesi, dalle neuroscienze, che non è proprio così, siamo un tutt’uno connesso al tutto. Serve cambiare prospettiva, cambiare punto di osservazione e non solo considerare questo dal punto di vista teorico e concettuale, ma farne diretta esperienza, sentire e percepire fisicamente il corpo come un insieme. E’ risaputo e assodato infatti che un dolore riferito in una zona non è detto che dipenda da quella zona.
Ora, quale percezione abbiamo del nostro corpo? Come costruire la capacità di sentire la nostra struttura organizzativa?
Il viaggio in questo mondo dovrebbe essere accompagnato da un profondo recupero e risveglio del nostro essere un bambino libero, connettendoci a quel sentire profondo che ogni bambino naturalmente ha, anzi è!
Occorre riattivare la propria progettualità organizzativa nello spazio, la propria chinesfera, il proprio respiro, la propria energia, tutto in connessione e risonanza con il Tutto che ci circonda.
L’attività fisica, i gesti quotidiani, una semplice camminata possono diventare momenti di nuova conoscenza corporea se eseguiti con un diverso livello di coscienza, con un diverso sentire e connettendoci con quelle risorse esistenti di un corpo, che diviene abile e sentito. Attraverso un percorso di sensibilità, ascolto e accettazione è possibile integrare quei gesti quotidiani scoprendo nuove relazioni e dinamiche che possano riconnettere la persona alle proprie risorse.
Con il Rolfing® è possibile intraprendere una percorso educativo, attento e in ascolto attivo, con discrezione e rispetto, aiutando la persona a riappropriarsi di quel dialogo interiore e interno, accedendo alle proprie risorse, e restituendo un senso di corpo unico e amico, uno spazio conosciuto, abitabile, nel quale trovare una nuova progettualità organizzativa della propria struttura corporea nello spazio e, perchè no, nella vita stessa. Nel percorso, più che focalizzarci sulla limitazione e inibizione nata a seguito di un evento, porremo attenzione alle risorse che esistono, lavorando per ritrovare un corpo elastico, ecologico, funzionale, integrato, percepito, sentito, sensibile.
Si lavora esplorando quelle caratteristiche corporee come peso e volume, spazi corporei abitati e ancora da abitare, sui vuoti e i pieni percepiti nel corpo; evocando un’organizzazione della propria struttura funzionale ed ecologica; integrando le compensazioni generate precedentemente. Un percorso di consapevolezza che aiuta ad evocare una nuova unità del corpo, riscoprendo intimità e senso corporeo.
Un disciplina seria, in ambito somatico, mira ad unire le diverse parti della struttura umana, dalla dimensione fisica a quella emotiva, compresa quella spirituale, apre l’essere umano ad un nuovo sentire più ampio e ad un senso di connessione con gli altri, con il mondo che lo circonda e con l’intero universo.
Il Rolfing® non si limita solo ad una riorganizzazione strutturale, ma si distingue perchè lavora su quel terreno dedicato alla scoperta e percezione di Sè, della propria intimità e senso corporeo, per scoprire nuove potenzialità, un corpo sensibile, resiliente, aprendo così la via ai flussi vitali.
Andrea Brighi
Bibliografia:
“Dispense e Appunti vari seminari fatti con Hubert Godard e del Rolfing Training”
“Rolfing” – Ida Rolf – ed. Mediterranee
“Rolfing e Realtà Fisica” – Ida P. Rolf – ed. Astrolabio
“Il Corpo Spazioso” – Jeffrey Maitland – ed. Astrolabio
“Dis-Agio in senologia oncologica” – Gemma Martino e Hubert Godard
“La Nascita della Intersoggettività” di Massimo Ammaniti e Vittorio Gallese
“Tu Sei Quello” – Gangaji – ed. Ubaldini Editore
Photo by Giovanni Zampiga | model: Olimpia Fortuni