Camminare in modo naturale

Dobbiamo camminare in modo da stampare
solo la pace e la serenità sulla Terra.
Cammina come se stessi baciando la terra con i piedi.
(Thich Nhat Hanh)
“Solvitur ambulando”
Camminando si risolve
(Diogene di Sinope, 412-323 a.c.)
Il cammino per me ha una rilevanza particolare in quanto decisi di intraprendere questa professione quando nel 1999 decisi di intraprendere il Cammino di Santiago.
Per affrontare il Cammino scelsi il Rolfing® come metodo di preparazione perché non avrei affrontato il mio viaggio verso Santiago di Compostela solo in termini fisici, anzi tutt’altro, fu un viaggio interiore prima di tutto e più viaggi nel viaggio.
Il Cammino ti forma e il Cammino sei tu che lo fai, lui non esiste a priori, lo crei nel momento in cui compi il primo passo e sai che qualsiasi cosa incontrerai il tuo cammino avrà una direzione, quella che decidi tu.
Il corpo per esprimersi in piena eleganza armonia e grazia, in relazione alla sua struttura deve essere visto sentito e studiato attraverso una visione che va oltre al modello muscolo-scheletrico. Ida Rolf vedeva il corpo dal punto di vista del tessuto connettivo e grazie alla sua visione possiamo sperimentare un diverso punto di vista sul cammino, vedendolo non solo come un processo meccanico, lineare, fasico.
Nel cammino per fare il primo passo dobbiamo innanzi tutto capire come passare da una base di appoggio su due gambe a una gamba sola. L’azione del cammino prevede un coinvolgimento e una piena partecipazione della colonna vertebrale della spalla delle pelvi delle gambe, braccia e piedi. Non è solo mettere un passo dopo l’altro muovendo una gamba.
Vi invito a provare stando in piedi su entrambe le gambe e provate a fare un passo senza coinvolgere lo spostamento del peso, le spalle, la colonna, il bacino. Scoprirete che è impossibile e che perdereste subito l’equilibrio.
Esiste un pre-movimento, una precisa organizzazione che prepara il corpo al passo, all’atto di camminare e coinvolge tutti noi stessi dai piedi fino alla testa.
Qualsiasi inibizione presente nell’organizzazione e nella partecipazione di tutto il corpo provoca sforzo muscolare e/o scheletrico e nel tempo una disfunzione. Siamo progettati per camminare e il cammino è un’attività come un ‘orchestra musicale, dove ogni elemento svolge il suo compito in armonia con gli altri. Se analizzato nel dettaglio questo è un processo estremamente complicato e altamente organizzato che sfrutta un potenziale di spirali che interagiscono tra loro trasmettendo forza e movimento.
Nella fase del cammino il corpo è sia in una fluttuazione laterale, in una rotazione, in una spinta, in un ricezione del peso, tutto si svolge contemporaneamente sia sul piano sagittale che su quello verticale. Queste fasi e azioni richiedono una grande cooperazione della colonna vertebrale del bacino e delle gambe, il tutto facilitato dalla funzione del muscolo psoas che è posto proprio tra queste aree. Se analizziamo dove inizia l’arto inferiore in termini funzionali dobbiamo considerare lo psoas ed è dalla sua origine che possiamo considerare funzionalmente l’arto inferiore, non dalla testa del femore.
Una coordinazione adeguata di tutte le parti che permetta l’azione a spirale del corpo è fondamentale se vogliamo sfruttare pienamente il potenziale del cammino fatto con equilibrio, grazia e armonia. Questo permette di salvaguardare le articolazioni e le disfunzioni che possono nascere da un uso scorretto del corpo nella dinamica del cammino. La spirale è generata dalla normale funzione articolare che consente al tronco di trovare l’equilibrio prima su una gamba e poi sull’altra. Senza questo principio il camminare diventa precario e necessita di ulteriore sforzo da parte della struttura per riequilibrare il movimento o evitare di cadere.
Per ottenere un movimento del cammino coerente ed efficiente, che permetta libere variazioni nell’orientamento dobbiamo guardare oltre l’essere umano come macchina locomotrice. Gracovetsky osservava il regno animale per comprendere la locomozione e la sua evoluzione ed è proprio dalla natura di come siamo fatti che possiamo intuire il modello di cammino più funzionale. Tutta la vita dipende dall’acqua, i nostri tessuti e le nostre ossa si sono formate nell’utero immersi nel liquido; l’embriologia ci insegna che la nostra forma si sviluppa in risposta al movimento, la forma segue la funzione. Questi movimenti in relazione alla forza di gravità generano forze a spirali.
Se versate dell’acqua in un bicchiere potete vedere chiaramente il movimento a spirale che si genera e questo le vedete in tutto, nella formazione della materia, nelle conchiglie, nel regno vegetale, e nei dettagli dell’anatomia umana, fino al DNA. Come possiamo ottenere un cammino naturale che rispetti appunto queste spirali? Ogni stadio del movimento evolutivo di un bambino, dal dondolio, allo strisciare, al rotolare, al gattonare, esercita un allenamento essenziale per poter poi sviluppare correttamente il camminare.
Esaminando per esempio la funzione degli archi del piede, delle ginocchia, dei fianchi, della colonna vertebrale e dei cingoli pelvici e delle spalle, scopriamo che ogni parte è progettata per svolgere il suo compito (come un’orchestra) nell’intera esperienza del cammino. Qualsiasi attività sportiva e non, come correre, lanciare, calciare, sciare, pattinare e altre, sono tutte evoluzioni dell’azione del cammino, e non solo, meglio specificare, del cammino a spirale, cioè in controlateralità. Ecco perché quando camminiamo alterniamo il braccio opposto alla gamba che è avanti. Dipende tutto dalla spirale che si genera dentro il corpo nella fase del cammino.
Se ritorniamo al concetto iniziale del compiere il primo passo, la prima cosa che il corpo farà sarà quella di organizzarsi per liberare una gamba dal peso del corpo e per fare questo già durante la preparazione la struttura a spirale si manifesta. É grazie alla combinazione del movimento a spirale che si crea un moto di compressione e decompressione che viaggia attraverso la spina dorsale rendendo coordinato ecologico ed elastico il movimento del cammino.
Il Rolfing® pone molta attenzione e studia la dinamica del movimento. Durante il percorso delle 10 ore di base si lavora per comprendere e fare esperienza diretta di come avviene il cammino, di come si trasferisce il peso e della spirale che si genera nella struttura.
Buon Cammino.
Andrea Brighi