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Eventi | Somatica

Oltre la Colonna: la Spina Dorsale come Organo di Trasmissione – Esperienza nel Progetto “Archetipo”

DiAndrea Brighi Maggio 6, 2025Maggio 6, 2025

Nel contesto del progetto “Archetipo”, ideato da Francesco Russo, ho avuto l’onore di essere invitato come insegnante per tenere un laboratorio somatico intensivo di tre ore, durante il quale ho condiviso il mio punto di vista, poco convenzionale,  sulla colonna vertebrale, esplorandone la funzione non più come asse portante e rigido, ma come organo di trasmissione, sensibile e intelligente.

Rimettere in discussione la “colonna vertebrale”

Il termine stesso colonna evoca un’immagine architettonica, solida e verticale, associata al sostegno. Questa visione, pur funzionale in certi contesti, si rivela a mio avviso limitante e persino fuorviante nel campo delle arti marziali in particolare in quelle interne, vista la pratica corporea consapevole e il lavoro somatico di ascolto che le stesse arti prevedono.

In queste discipline, ciò che guida il movimento non è la rigidità, bensì la trasmissione fluida di forze, impulsi e intenzioni attraverso una struttura vivente in continuo adattamento.

Ho proposto quindi di considerare la spina dorsale come un organo di trasmissione, un canale vibrante che risponde, modula e organizza il flusso di informazioni bio-meccaniche, percettive ed energetiche.

Tensegrità e continuità fasciale: verso una visione interconnessa

Questa prospettiva risponde infatti al principio di tensegrità: un sistema in cui le forze di trazione e compressione si bilanciano in un’unità strutturale distribuita, dove la stabilità emerge non da un asse rigido ma dalla cooperazione dinamica dell’intero sistema. Infatti possiamo definire il nostro corpo una struttura tensegrile.

Nel corpo umano, la tensegrità si manifesta nel modo in cui le fasce  – il tessuto connettivo che avvolge, collega e integra muscoli, organi e ossa – distribuiscono tensioni e mantengono una coerenza nella postura. In quest’ottica, la colonna vertebrale non sostiene il corpo in senso meccanico, ma partecipa attivamente a una danza di compensazioni e adattamenti all’interno di un sistema intero.

Collegamenti con la Medicina Tradizionale Cinese

La visione che ho condiviso nel seminario si intreccia naturalmente con il pensiero della Medicina Tradizionale Cinese (MTC), dove il corpo è visto come un campo energetico attraversato da meridiani, canali invisibili in cui scorre il Qi, l’energia vitale.

Numerosi studi e osservazioni cliniche hanno mostrato come i percorsi dei meridiani rispecchino le traiettorie delle linee miofasciali descritte dalla ricerca moderna (si pensi al lavoro di Thomas Myers con Anatomy Trains), suggerendo un dialogo profondo tra il mondo della fascia e quello dei meridiani. Il dorso, in particolare, è attraversato dal meridiano della Vescica Urinaria, che corre lungo entrambi i lati della colonna e si connette a tutti gli organi Zang-Fu: un’autostrada energetica che non solo riflette ma orchestra la salute dell’intero organismo.

La colonna vertebrale nel pensiero cinese classico

Nel pensiero taoista, la colonna vertebrale non è vista come una struttura isolata, ma come l’asse centrale della trasformazione. Il Du Mai, uno degli Otto Meridiani Straordinari, scorre lungo il midollo spinale e si collega al cervello, al perineo, al cranio: è il vaso governatore, ponte tra cielo e terra, tra istinto e coscienza. Pratiche come il Qigong e il Neidan (alchimia interna) utilizzano la colonna come canale di sublimazione e raffinamento del Qi, in un percorso di evoluzione interiore che va ben oltre la fisiologia.

Rolfing® e Salutogenesi: un cambio di paradigma

All’interno del seminario ho messo in relazione questa visione sottile ed energetica con la visione e metodologia del Rolfing® – Integrazione Strutturale, che considera il corpo una struttura in relazione con la gravità, da organizzare attraverso il lavoro sulla fascia per ritrovare coerenza e libertà di movimento. Il Rolfing® non mira a corregge, ma integra, invita il sistema a ritrovare un’organizzazione funzionale e una postura fisiologicamente efficiente.

Questa metodologia e punto di vista del Rolfing® coincide perfettamente tra l’altro con il paradigma della salutogenesi – sviluppata da Aaron Antonovsky – in quanto non interessa “aggiustare” una colonna malandata, ma favorire processi che aumentino la capacità dell’individuo di generare salute, intesa come senso di coerenza, adattabilità e resilienza.

Metafore divertenti, gioia ed entusiasmo tra “alzare la coda dello scoiattolo” e il “non punto del piede”

Divertente poi è stato il momento in cui provocatoriamente, ma con gioia ed entusiasmo, ho utilizzato delle metafore chiedendo di “alzare la coda” come fosse quella di uno scoiattolo per far muovere il bacino in antiversione, oppure quando ho chiesto di trovare il ‘non punto’ nel piede per non stare troppo sui talloni o sulla parte anteriore del piede.

Un asse vivo, non una colonna

L’ esperienza nel progetto “Archetipo” è stata per me un’occasione preziosa per mettere in condivisione un sentire: quello di una colonna che non sorregge ma orchestra, non impone ma trasmette. Un asse vitale, in grado di risuonare con il principio del Tao: il ritorno al centro, al vuoto fecondo, alla flessibilità che genera forza.

In un’epoca in cui il corpo viene spesso trattato come macchina, ritornare a una visione poetica, energetica e funzionale dell’essere umano è non solo necessario, ma profondamente liberatorio.

Venezia 04 maggio 2025

Andrea Brighi

Certified Rolfer™

Presidente Fondazione per la Salutogenesi ETS

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