Stage sul Min Loi Ciam
Si è svolta sabato scorso a Bologna una bella lezione, 3 ore di pratica sul Min Loi Ciam (Ago avvolto nel cotone), una forma antica, con origini che affondano fino al Tibet, ma sviluppata poi nel sud della Cina e appartenente al programma di studio dello stile tibetano della gru bianca (Pak Hok Pai)
La pratica di questa sofisticata forma d’arte ha come obiettivo armonizzare il corpo durante il movimento stimolando il sistema vestibolare per sviluppare un maggiore equilibrio e bilanciamento di tutta la struttura corporea.
Equilibrio e bilanciamento non sono da ricercare attraverso il controllo volontario dei propri movimenti sul piano fisico, anche se all’inizio per un principiante è la sola strada per iniziare e per accedere poi ad una comprensione più profonda di come e da dove nasca il gesto.
Questo aspetto della pratica dipende dal continuo stimolo sul sistema vestibolare al fine di rendere possibile la connessione di ogni parte del corpo durante il movimento.
Il movimento che parte dall’interno, a spirale e sinuoso, si sviluppa lungo linee di connessioni precise tra la colonna vertebrale e gli arti, dal centro alla periferia. Inoltre solo dopo aver compreso adeguatamente la connessione tra centro e periferia, gestione dello spostamento del peso, lavoro sulle pressioni nei piedi, e il lavoro sull’orientamento è possibile coordinare in modo armonico tutto il corpo con la minima contrazione muscolare necessaria.
I movimenti sono eseguiti nella maggior decontrazione muscolare possibile. Ogni parte del corpo, durante l’esecuzione del gesto, si deve cercare di tenerla il meno contratta possibile.
La mente calma e la pace nel cuore, essenza della pratica, concorrono in modo significativo ad armonizzare i movimenti. Un mente agitata, rabbiosa e nervosa, o un cuore non in pace, disturbano il silenzio e la quiete interiore e non permetteranno di connettersi adeguatamente con quella ‘forza’ necessaria per eseguire lentamente questa forma in armonia con il tutto intorno a noi.
L’esecuzione lenta permette infatti di orientare la propria attenzione e cura all’interno del corpo, e dove il corpo è in connessione, lì si manifesta il gesto che con grazia e armonia può esprimersi esternamente.
La quiete nel movimento è il fulcro su cui si muove la pratica.
Nel video una piccola parte di tutta la forma eseguita insieme agli allievi del corso online e del corso di Bologna.
Andrea Brighi